LA STORIA DI SAN CAMILLO
Santa Elisabetta
I coniugi De Lellis, Giovanni (capo di un gruppo di soldati di ventura) e Camilla Compellio di Laureto (membro di un casato di piccola nobiltà), erano già in avanzata età quando Donna Camilla concepì il suo secondogenito (il primo: Giuseppe morì fanciullo). Visto che Donna Camilla era già vecchia e tenuta da tutti come sterile et inabile à far più figli, passando ella l’anno cinquantesimo dell’età sua, la cosa riempì di stupore e maraviglia tutti quelli della sua terra, quali vedendo una donna di quell’età haver fatto un figliolo, la chiamavano per nome Santa Elisabetta.
La croce rossa
Una notte, nel periodo della sua gravidanza, Donna Camilla sognò quel figlio che portava nel grembo ed ecco aveva una croce rossa nel petto e dietro di lui un esercito di uomini che portavano anch’essi tale croce. Quando Camillo decise di applicarla al suo abito religioso e qualcuno del suo paese vedendolo gli ricordava il sogno della madre, egli rispondeva: è quella croce che mia madre pensava dovesse tornare di rovina e distruzione della mia casa, ecco invece come Dio l’ha convertita in resurrezione di molti e in esaltazione della sua gloria. E Concludeva: Quanto sono differenti i pensieri di Dio da quelli degli uomini!
Gesù Bambino
Il 25 maggio del 1550, era un giorno particolare per gli abitanti di Bucchianico, la festa del Santo Patrono: Sant’Urbano e, in quel giorno Donna Camilla, come tutti i buoni cristiani del paese, nonostante fosse ormai il nono mese, si recò nella chiesa del santo, che si trova in alto sopra il paese, per pregare i divini ufficii; nella quale mentre lei inginocchiata, et intenta stava à far le sue orationi, fù da’ dolori del paro assalita, e lasciata la chiesa discese verso casa sua dove appena arrivata al piano terra, dove si trova la stalla, partorì. Allora, vista la nascita nella stalla, la gente cominciò a dire: è nato in una stalla come Gesù Bambino.
San Paolo
Il 2 febbraio del 1575, giorno della purificazione della Santissima Vergine, Camillo lasciò il convento di Manfredonia per andare a S. Giovanni. Per strada andando egli a cavallo dell’Asino … ecco ch’à similitudine di un altro S. Paolo fù all’improvviso assaltato dal cielo con un raggio di lume interiore tanto grande del suo miserabil stato che per la gran contrizione gli pareva d’haver il cuore tutto sminuzzato, e franto dal dolore, …, come abbattuto dalla divina luce si lasciò cadere in terra nel mezzo della strada. E ripensando alla sua vita passata ebbe a dire: Ah misero et infelice me che gran cecità è stata la mia a non conoscere prima il mio Signore? Perché non hò io speso tutta la mia vita in servirlo? Perdona Signore, perdona a questo gran peccatore. Donami almeno spatio di vera penitenza et di poter cavar tant’acqua da gl’occhi miei quanto bastarà a lavar le macchie, e bruttezze dei miei peccati.
I DIECI COMANDAMENTI (NON SCRITTI) DI SAN CAMILLO
1. Onorerai la dignità e la sacralità della mia persona, immagine del Cristo
2. Mi servirai, come madre affettuosa e tenerissima, con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza, con tutta la fantasia, con tutte le forze e con tutto il tuo tempo
3. Ricordati di dimenticare te stesso
4. Non nominare il nome della carità invano. Parlerai di preferenza con i piedi, le ginocchia e soprattutto con le mani
5. Non commettere distrazioni
6. Non uccidere la mia speranza con la fretta, la ciabattoneria, l’impreparazione, l’indelicatezza, l’irritazione, l’impazienza
7. Mi considererai un tutto. E tu ci sarai tutto in quello che fai. Perciò non rinchiudermi in una cartella clinica e non nasconderti dietro il tuo ruolo professionale
8. Non sconsacrare il tuo cuore con il pensiero del denaro
9. Desidera fortemente la mia guarigione. Mettiti bene in testa che sono entrato in ospedale per uscirne sano, il più presto possibile
10. Non esitare a rubare il mio peso, ad impossessarti della mia sofferenza. Quando non puoi togliermi il dolore almeno condividilo
… E quando avrai fatto tutto quello che devi fare, quando sarai stato ciò che devi essere, quando non ti sarai tirato indietro di fronte a nessuna incombenza fastidiosa e a nessun compito ripugnante … non scordare di ringraziarmi